La sacristia
Ad inizio Ottocento risale l’ultimo ampliamento del santuario, che ce lo consegna nella sua struttura odierna: l’accrescere di quadri votivi conseguenti alle numerose grazie ricevute dai fedeli rese necessaria la costruzione di una piccola sacristia, posizionata sul retro del pilone originario. Come evidenziato dalla riscoperta della pavimentazione a ciottoli, visibile oggi all’ingresso della sacristia dopo i lavori di restauro, l’area in cui ci troviamo doveva essere uno spazio aperto, probabile prosecuzione del porticato che affianca la chiesa sul lato nord. Una volta chiuso e pavimentato, assunse la funzione di servizio per le liturgie.
Di pregevole fattura la credenza settecentesca che troviamo sulla sinistra, che conserva ancora le firme dei sacerdoti che officiavano le liturgie.
Sulla parete sinistra è esposta una delle tre incisioni conservate, realizzate dall’incisore Giacomo Stagnon nel 1754 per il santuario nolese. Fu sicuramente fonte di ispirazione per il pittore che realizzò il grande quadro esposto sulla parete di fondo e recentemente restaurato: i tre santi, Vito, Modesto e Crescenzia, sono raffigurati nella gloria mentre vengono accolti in cielo dagli angeli e al cospetto di Dio.
In basso la scena del loro martirio, che secondo la tradizione medievale avvenne tramite il supplizio del calderone; intorno i persecutori, che nel dipinto sono attorniati dalla folla che assiste al martirio. Sullo sfondo, mentre l’incisione riporta un orizzonte indefinito e sulla destra l’abbozzo di un piccolo borgo, il quadro lascia intravedere l’ambiente costiero su cui si svolge la scena con lo sfondo del mare.